Purtroppo questa notte alla veneranda età di oltre 90 anni si è spento uno dei più grandi progettisti che l'Alfa Romeo abbia avuto nella sua gloriosa storia. Giuseppe Busso. Entrato in Alfa Romeo nel 1939, dal 1948 al 1977 è stato il responsabile della progettazione di TUTTI gli organi meccanici delle automobili prodotte al Portello e ad Arese. Comprese le auto da corsa. Al nome di Busso sono legate le più belle Alfa del dopoguerra: la 1900, la Giulietta, la Giulia e la tanto voluta ed amata Alfetta. Suoi i mitici motori entrati nella leggenda del motorismo mondiale, il bialbero a 4 cilindri e il V6 a cui spesso fu associato il suo nome. Oggi un altro pezzo di storia se ne va. Per sempre. A noi appassionati noi spetta di far vivere a lungo il ricordo di un uomo che ha saputo creare progetti che tutt'oggi hanno la capacità di riunire persone da tutto il mondo.
"Giuseppe Busso è stato il tecnico che ha visto i primi passi della Ferrari, avendo lavorato a Maranello dal giugno 1946 alla fine del 1947. Un tecnico capace e ostinato, come lo ha definito Enzo Ferrari stesso. Diplomato perito industriale, entra alla Fiat nel 1937 in qualità di calcolatore dell'Ufficio tecnico motori aviazione, passando poi all'Ufficio tecnico autoveicoli ferroviari sperimentali. L'Alfa Romeo lo chiama nel 1939, affidandolo allo studio e al disegno di particolari per la fase di progettazione di vetture da corsa, "guidato" dall'Ing. Orazio Satta Puliga. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, Busso è alle dipendenze dell'ingegnere spagnolo Wilfredo Richart, (l'ingegnere con le suole di gomma alte per ammortizzare i colpi al cervello), operando al Servizio studi speciali. In quegli anni Busso completa gli studi tramite dispense e pubblicazioni del Politecnico, completando così i suoi studi e diventando progettista a tutti gli effetti. Nel 1946 Gioachino Colombo gli ventila la possibilità di assumere la direzione dell'Ufficio tecnico della Ferrari, già impegnata nello sviluppo della prima vettura, la 125 S, incarico che Busso accetta con entusiasmo. Busso lavora sulla 125 e nello stesso tempo, si occupa di due progetti di motori: una monoposto di 1500 cc a 12 cilindri con compressore e una sportiva di 6 cilindri, realizzati dividendo in due il motore della 125S. I progetti restarono nei cassetti dell'Ufficio tecnico Ferrari. Busso studia un rivoluzionario tipo di sospensione posteriore e lavora al progetto ed alla realizzazione della tipo 159 di 2 litri che vincerà con Raymond Sommer il Gran Premio Città di Torino il 12 ottobre 1947. Anche Giuseppe Busso, come molti altri tecnici arrivati dall'Alfa Romeo, fa ritorno a Milano, non condividendo le idee di Gioachino Colombo, dopo avare collaborato allo studio del tipo 166. Rientra in Alfa nel 1948, per rimanervi fino al 1977, lasciando il servizio attivo con la carica di Condirettore Centrale. Si è spento all'età di 92 anni il 3 gennaio 2006."
Ora che di Alfa Romeo ci sono rimasti solo i nostri cuori, è bene ricordare di che pasta si era fatti e di che gente stiamo parlando.
Coolele trova pure i ricambi per le carrozzine-neonato. "Tutto quello che non c'è o non si trova, ce l'ha Coolele!"
Anche se ripugna ammetterlo, ha ragione Massimiliano quando dice in altra discussione che di Alfa Romeo c'è rimasta solo la nostra passione e il nostri cuore. Come faccio a dire "ad maiora"....a chi lo dico?.... Riguardo a "cosa" lo dico?..... Ad un Dirigente Fiat o peggio Opel? Ad un motore 2.2 Opel? Mi dispiace, non posso. Mi escono le bolle.
Coolele trova pure i ricambi per le carrozzine-neonato. "Tutto quello che non c'è o non si trova, ce l'ha Coolele!"
Sia detto naturalmente senza offesa per nessuno. Ho lavorato "quindicianniquindici" con l'Alfa Romeo e anche nel periodo meno brillante, quelle delle prime 33 e di qualche Arna per intenderci, sempre con molto orgoglio, accanto ad un Marchio ormai appannato, come una mamma sta vicino al figliolo ammalato. Ho resistito stoicamente all' evoluzione (o involuzione) FIAT, ho sopportato i devioluci e i sedili della TIPO sull' erede (ma quale erede!)della 75, ho fatto finta di non sapere che sotto le otto candele non c'era più lo stesso "reggicandela",ma quanta sofferenza! Mi sono sentito meglio con la 156 e con la 147, ma sono stati farmaci assai blandi, paliativi molto leggeri. Da quelle spiacevoli "variazioni sul tema" ne sono uscito con minore rimorso, ma ancora oggi quando si parla di scudi ALFA ROMEO montati su macchine con motori GM, soffro parecchio. Proprio l' ALFA che di motori ha sempre insegnato a tutti. Scusate lo sfogo personale.SL.
Coolele trova pure i ricambi per le carrozzine-neonato. "Tutto quello che non c'è o non si trova, ce l'ha Coolele!"
Anche se ripugna ammetterlo, ha ragione Massimiliano quando dice in altra discussione che di Alfa Romeo c'è rimasta solo la nostra passione e il nostri cuore.
Sia detto naturalmente senza offesa per nessuno. Ho lavorato "quindicianniquindici" con l'Alfa Romeo e anche nel periodo meno brillante, quelle delle prime 33 e di qualche Arna per intenderci, sempre con molto orgoglio, accanto ad un Marchio ormai appannato, come una mamma sta vicino al figliolo ammalato. Ho resistito stoicamente all' evoluzione (o involuzione) FIAT, ho sopportato i devioluci e i sedili della TIPO sull' erede (ma quale erede!)della 75, ho fatto finta di non sapere che sotto le otto candele non c'era più lo stesso "reggicandela",ma quanta sofferenza! Mi sono sentito meglio con la 156 e con la 147, ma sono stati farmaci assai blandi, paliativi molto leggeri. Da quelle spiacevoli "variazioni sul tema" ne sono uscito con minore rimorso, ma ancora oggi quando si parla di scudi ALFA ROMEO montati su macchine con motori GM, soffro parecchio. Proprio l' ALFA che di motori ha sempre insegnato a tutti. Scusate lo sfogo personale.SL.
Condivido in pieno il tuo sfogo e la tua disapprovazione. In fondo la 155 non e' stata altro che la Tipo tre volumi. Basta pensare all'involuzione che ha avuto il simbolo Alfa, lo Scudo: da enorme e maestoso, e' divenuto piccolo che quasi veniva montato sulle macchine come fosse un'orribile vergogna del passato. Per poi divenire nuovamente di proporzioni accettabili ora, che nasconde pero' solo un'operazione di immagine senza sostanza, puro marketing. Sotto quello scudo ci sono solo assurde trazioni anteriori, mosse da motori Fiat o stranieri. Mi dispiace. Che schifo QUESTA globalizzazione.
La chiamarono "sinergia". Ne conoscevo il significato ma facevo fatica a pensare che significasse proprio fare un'Alfa Romeo con particolari FIAT e/o LANCIA. Quando vidi le foto della 155 capii che era proprio così.
Coolele trova pure i ricambi per le carrozzine-neonato. "Tutto quello che non c'è o non si trova, ce l'ha Coolele!"
Purtroppo il "motore" che muove il mondo e' soltanto il "dio denaro" che non conosce marchi,passioni,storia,emozioni...Va' avanti macinando e trsformando tutto quello che incontra!!!! L'Alfa Romeo se n'e' andata con gli anni d'oro della storia dell'automobile,quando quelli che si producevano erano gioielli e non oggetti,ma questo a mio parere vale non solo per l'automobile!!! ...Vinili al posto di freddi cd....Valvole al posto di processori tuttoinuno.....rispetto per gli altri esseri umani al posto di Vaff.... Forse parlo cosi' perche' sto diventando "vecchio" e nostalgico,pero' sono d'accordo con voi!
Motivo in più per noi appassionati di possedere ancora una vera Alfa. Un'Alfa i cui singoli elementi meccanici sono marchiati Alfa, prodotti per l'Alfa e montati sulle Alfa. Delle Alfa, le nostre, che non hanno vergogna di esporre il loro marchio sulla calandra, e che ci rendono fieri nonostante le magagne che magari ci possono riservare. Ma che ci regalano tante emozioni, che le auto globalizzate di oggi, farcite di elettronica e castrate da sistemi di sicurezza attiva e passiva ('che sennò sai quanta gente ci si ammazzerebbe perchè incapace di guidarle) manco si sognano.