Ad ogni modo, intendevo sottolineare il fatto che prendere il duetto, magari concedendosi una bella girata, in giorni nei quali mi sento scarico e vuoto, a livello di stato d'animo, non serve assolutamente a sentirmi meglio. Anzi! Dunque ho imparato a non aspettarmi mai, nemmeno dal duetto, un cambiamento, che, infatti, può avvenire solo dentro di me.
....ma se mi chiami parliamo di alcune compressine che posso consigliarti che faranno bene al tuo stato d'animo (a me invece il duetto fa tanto bene quando l'animo e' un po cupo)
....ma se mi chiami parliamo di alcune compressine che posso consigliarti che faranno bene al tuo stato d'animo (a me invece il duetto fa tanto bene quando l'animo e' un po cupo)
Mi riferivo a quel senso di vuoto esistenziale che, in me è sempre il preludio a qualche scossone interiore, a cui poi segue sempre un cambiamento e, dunque, un salto di qualità nel processo di autoconoscenza e consapevolezza. Ecco, in quelle giornate, se penso che il Duetto, che pur adoro, possa aiutarmi, faccio un pacchiano errore di valutazione, perché diventa solo lo specchio di me. In termini più generali, al di là della questione personale, volevo anche dire che un'auto come il Duetto, secondo me, non deve essere vissuta col senso di spocchia e snobismo, legati ad un narcisistico senso di superiorità, perchè, quando si dovesse cedere a questa peraltro legittima tentazione, secondo me, il Duetto ti lascia solo. In senso metaforico, ovviamente.
117.Diciamo la verità: senza un passeggero accanto, al guidatore di un Duetto non crederebbe mai nessuno...
...puoi sempre dire che stai andando a prenderla ....o lhai appena riaccompagnata
No, volevo dire che, secondo me, l'Alfa, su una macchina come il Duetto, ha previsto due posti, quindi anche uno destinato al passeggero, solo perché, quando il guidatore dovesse provare a raccontare quali sensazioni l'auto le ha dato, non ci crederebbe nessuno. Il passeggero, quindi, è stato contemplato come una sorta di garanzia di credibilità del guidatore, come colui, che, può testimoniare a suo favore, senza fargli rischiare di passare per folle.