Riporto una bella e completa sintesi della storia della nascita dell’Altodelta, scritta da Maurizio Tabucchi per la rivista Autocapital nel 1992.
Giuseppe Luraghi era stato nominato presidente dell’Alfa Romeo nel 1960 ed anche prima si assumere la carica si era mostrato un tenace fautore dell’impegno sportivo, convinto che l’immagine della casa non potesse esserne disgiunta. Era anche suo obiettivo la costituzione di un reparto coste, staccato, una organizzazione snella, svincolata dalle pastoie burocratiche rappresentate dall’appartenenza all’Iri, aspetto positivo ai fini della sicurezza economica, ma che inevitabilmente rallentava ogni valida iniziativa. Questa soluzione inoltre non avrebbe coinvolto direttamente l’Alfa Romeo che, di fronte ad un eventuale insuccesso o a un programma sbagliato, non sarebbe stata coinvolta in prima persona. E anche ciò era da valutare attentamente. Il primo nome che venne alla mente per realizzare questa struttura fu quello dell’Ingeger Carlo Chiti che all’inizio del 1962 era apparentemente libero da impegni. Orazio Satta Puliga, direttore della progettazione, si incaricò di contattare il tecnico pistoiese per sondare la sua sisponibilità, chiedendogli se fosse interessato alla gestione di un programma di rilancio dell’attività sportiva dell’Alfa. Inizialmente l’impegno di questo reparto corse doveva consistere nel montaggio delle vetture a telaio tubolare, ancora denominate GTZ (Gran Turismo Zagato) perché avrebbero appunto dovuto correre in quella categoria e per ottenerne l’omologazione ne occorrevano cento. Chiti purtroppo da poche settimane si era già impegnato insieme all’amico Giotto Bizzarrini in una iniziativa molto ambiziosa, che riuniva sotto la sigla A.T.S. Serenissima (Automobili Turismo Sport) alcuni dei più bei nomi del mondo automobilistico dell’epoca: il conte Giovanni Volpi di Misurata, Jaime Ortiz Patino, magnate sudamericano dello stagno e Giorgio Billi, industriale toscano. La proposta di Luraghi entusiasmò Carlo Chiti al punto che fortissime furono le sue pressioni affinchè i suoi compagni di avventura abbandonassero quello che ormai sempre di più appariva un programma velleitario (la fabbricazione di vetture di formula uno e di gran turismo) e accettassero l’offerta dell’Alfa Romeo che avrebbe gradito moltissimo affidare la propria attività sportiva alla neonata fabbrica di Pontecchio Marconi, facendole immediatamente iniziare il montaggio delle cento vetture. I vertici dell’A.T.S. rifiutarono però sdegnosamente l’offerta ribadendo che il loro programma doveva continuare così come era stato delineato; perciò Chiti e Luraghi dovettero quindi rinunciare. All’inizio del 1963 la ricerca si spostò ad Udine e cadde sui fratelli Chizzola, Lodovico e Gianni, un po’ perché avevano già lavorato al Servizio Esperienze dell’Alfa, un po’ perché erano nipoti di Alloisio, personaggio di rilievo dell’Iri. In questa decisione influiva anche il fatto che Lodovico , prima di fare ritorno alla sua città natale, aveva svolto l’attività di collaudatore alla Ferrari facendo amicizia con Carlo Chiti che qui lavorava. L’intesa fu presto trovata; Udine era lontana, ma Luraghi ritenne che l’occasione fosse da non perdere. Intuì subito che la cosa avrebbe funzionato. In Alfa si pensò quindi di utilizzare una ragione sociale del Chizzola, denominata Autosport, ma, essendo questa troppo legata al marchio Innocenti (di cui i due fratelli erano concessionari) qualcuno ebbe l’ispirazione del marchio Delta notando una scritta pubblicitaria di particolare effetto. L’aggiunta di “Auto” parve naturale ed il nome “Auto Delta” apparve soddisfacente. Fu proposto a Luraghi il quale era ansioso di cominciare e il 5 marzo del 1963, data di costituzione dell’azienda, nacque un marchio tra i più prestigiosi, che ebbe un ruolo di primo piano nello sport dell’automobile per i successivi venti anni. L’operazione TZ, anche se macchinosa, fu portata a termine brillantemente con piena soddisfazione del vertici Alfa. Alla metà del 1964 Luraghi chiese a Chizzola ed a Chiti, ormai libero da vincoli con l’A.T.S. (rimasta nelle sole mani di Giorgio Billi ed in procinto di cessare l’attività per problemi di irrisolvibilità), di trasferire l’attività a Settimo Milanese, vicino all’Alfa Romeo. La GTA stava prendendo corpo e preannunciava un impegno molto importante ed in più cominciava anche a farsi strada la volontà di costruire una vera vettura sport a motore posteriore secondo i canoni moderni delle auto da competizione che oltre tutto Carlo Chiti propugnava da tempo. Per l’ingegnere pistoiese trasferirsi a Milano non fu un problema, anzi: aveva già vissuto a Milano quando lavorava alla Montecatini e, successivamente, durante la sua esperienza all’Alfa. Per Chizzola invece fu diverso. Molto legato alla sua città natale e privo ormai di quello spirito d’avventura necessario per iniziare una nuova attività, preferì ritirarsi dall’operazione. L’Alfa Romeo ne approfittò per anche a Chiti una sorta di liquidazione, conferendogli contemporaneamente la nomina direttore generale. L’accordo fu trovato mediante la cifra più che altro simbolica di cinque milioni che Chiti, notoriamente poco venale, accettò ritirandosi dalla proprietà. Iniziava così l’epoca d’oro dell’Autodelta, marchio che da allora in avanti fu scritto in un’unica parola.
Carlo Chiti e Maurizio Tabucchi Pistoiesi D.O.C.. Per me è stato un onore aver conosciuto personalmente il secondo ed essere stato nel salotto di casa sua (un santuario) a parlare di Alfa. Una vera enciclopedia ed un Signore con la "S" maiuscola in fatto di umiltà, cortesia e disponibilità. Volle visionare il Duetto prima dell'omologazione Riar ad Arezzo a settembre 2007 e mi ha dato utilissimi consigli per restaurare al meglio il gt.
Che lavoro Moro, certe cose sono solo un piacere. Pensa che se chiami il museo storico per una consulenza e non hanno la risposta spesso ti danno il suo numero di casa. Se questa non è disponibilità e passione.
Modificato da - GialloGinestra in data 29/04/2008 15:13:17
Carlo Chiti e Maurizio Tabucchi Pistoiesi D.O.C.. Per me è stato un onore aver conosciuto personalmente il secondo ed essere stato nel salotto di casa sua (un santuario) a parlare di Alfa. Una vera enciclopedia ed un Signore con la "S" maiuscola in fatto di umiltà, cortesia e disponibilità. Volle visionare il Duetto prima dell'omologazione Riar ad Arezzo a settembre 2007 e mi ha dato utilissimi consigli per restaurare al meglio il gt.
C'ero anche io, fu una visita molto proficua dove Tabucchi esaminò particolari nascosti, come passaruota, sedili e vano motore. Alla fine dette il suo benestare, facendo i complimenti sul fatto dell'uniproprietario e del colore e naturalmente sulle condizioni generali. Mi è sembrato molto competente sugli Spider (Duetto o 916), poi si può sempre sbagliare
" Che cos'è il genio? E' fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione "
Carlo Chiti e Maurizio Tabucchi Pistoiesi D.O.C.. Per me è stato un onore aver conosciuto personalmente il secondo ed essere stato nel salotto di casa sua (un santuario) a parlare di Alfa. Una vera enciclopedia ed un Signore con la "S" maiuscola in fatto di umiltà, cortesia e disponibilità. Volle visionare il Duetto prima dell'omologazione Riar ad Arezzo a settembre 2007 e mi ha dato utilissimi consigli per restaurare al meglio il gt.
C'ero anche io, fu una visita molto proficua dove Tabucchi esaminò particolari nascosti, come passaruota, sedili e vano motore. Alla fine dette il suo benestare, facendo i complimenti sul fatto dell'uniproprietario e del colore e naturalmente sulle condizioni generali. Mi è sembrato molto competente sugli Spider (Duetto o 916), poi si può sempre sbagliare
E pensare che qualcuno mi disse che di Duetto ci capiva poco
Che lavoro Moro, certe cose sono solo un piacere. Pensa che se chiami il museo storico per una consulenza e non hanno la risposta spesso ti danno il suo numero di casa. Se questa non è disponibilità e passione.
Ovviamente scherzavo: qui il lavoro si confonde con la passione e viceversa...!
Pensate che un mio Amico, appassionato di duetti, noto medico Pistoiese, da noi affettuosamente chiamato Doc, ha avuto la fortuna di avere una parentela con Carlo Chiti, una volta a casa sua mi fece vedere numerosissimi Cimeli, foto, e articoli davvero interessanti, una vera e propria bibbia alfistica, e una appetitosissima occasione per me di rinforzare la cultura e passione in materia.
Pensate che il nonno di questo amico con Carlo Chiti salivano di notte verso la "Collina" a provare le auto elaborate...
Il Nonno del Doc, ebbe poi l'occasione di fare ben due edizioni della mille miglia.
Tanto per dire altri anedotti la sorella di Chiti era collega di mia madre quando insegnava e ricordo mia madre stessa raccontare le gite che facevano in Autodelta e Alfacorse con gli alunni. Da qualche parte ci devono essere ancora delle foto e per una famiglia alfista come me era il max ad esempio pranzare in mensa con i tecnici Autodelta. Peccato tutto questo appartenga alla memoria e che io fossi troppo piccolo per ricordare in prima persona. Tabucchi invece era impiegato di mio padre quando dirigeva una filiale della Cassa di Risparmio cittadina: di lui ho l'aneddotto che ha sempre avuto fiuto per le Alfa, le prendeva in stati pietosi a 2 lire per poi nel tempo rifarle con l'aiuto del Garage Racing di Mariani, una bibbia per la meccanica AR della Toscana Come la storia del suo TZ2 bruciato ad inizi anni 70 sulla gara della Coppa della Collina e pazientemente rifatto in 30 anni...
" Che cos'è il genio? E' fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione "
Cavolo quante cose si imparano (specialmente da te Samu), c'è sempre qualcuno che ha fatto qualcosa in più, il mondo è veramente piccolo. Di tutto questo posso solo dire che quando il Sig Bardelli si schiantò nel muro con la TZ2 (che prese fuoco) ero lì con i miei genitori (mio padre era dentro quel mondo e conosceva diversi personaggi), si parla di circa 35 anni fa. E' per questo che mi piacerebbe partecipare prima o poi ad una delle rievocazioni della coppa della collina anche se ora è solo regolaristica. Questo è proprio il periodo perchè la gara pistoiese avrà luogo verso la fine di maggio.
Ricordo la foto che hai in negozio nella monoposto, ma quanti anni avevi? 4 o 5? Complimenti per la camicetta bellina Appena finito il GT rievochiamo il tutto tranne lo schianto... io mi offro come navi Cristina permettendo
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