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Frank
Utente Master
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Inserito il - 26/05/2008 : 18:55:33
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Riporto uno splendido articolo apparso sulla rivista trimestrale dell'Alfa Romeo "Il Quadrifoglio" n.15, aprile 1970.
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L’IDEA All'Esposizione Universale di Montreal, realizzata per festeggiare il centenario della Confederazione Canadese, tutte le nazioni dei mondo parteciparono proponendo il meglio delle loro realizzazioni nei diversi campi della cultura, della scienza e della tecnica. Un settore, intitolato "L'uomo, il produttore", era riservato alle nuove conquiste industriali, a quelle produzioni simboliche dei nostro tempo che anticipano le linee direttrici del progresso tecnologico. Qui, unica fra tutte le industrie automobilistiche del mondo, l'Alfa Romeo fu chiamata ad esprimere concretamente "la massima aspirazione dell'uomo in fatto di automobili". L'Alfa Romeo, che si avvalse della collaborazione di Nuccio Bertone, propose un'idea fra la produzione di serie e i dream-cars, una possibilità concreta, attuabile in un futuro non lontano. L'idea Montreal, nata così, come risposta alla "massima aspirazione" dell'automobilista d'oggi, fu collocata nel padiglione dell'Expo chiamato "Cittadella dei futuro". Quell'idea, che sembrò allora a tutti lontana nel tempo, aveva già in sè i germi di un prodotto sportivo di alta classe e di sicuro prestigio. Quella che a Montreal era solo una proposta, oggi, a Ginevra, è una realtà.
IL PROGETTO Oggi la "massima aspirazione" è una realtà, la sintesi di quanto di meglio sia stato progettato e realizzato, un modo mai provato finora dì muoversi in automobile, una alternativa di pura evasione alle restrizioni delle grandi città moderne e dei loro traffico, la possibilità infine di personalizzarsi attraverso la macchina. Dell'idea proposta all'Expo, l'Alfa Romeo ha conservato la forma attualissima disegnata da Bertone ed ha accolto il nome che il pubblico unanime le aveva assegnato: Montreal. Il cuore è quello della "33". Il modello "Expo" era nato sulla scia delle Affa Romeo sportive, e questo spiega le sue dimensioni estremamente compatte. Ma già allora era previsto il montaggio di un motore nuovissimo, derivato dalla "33", realmente in grado di mettere la nuova sportiva su un piano diverso rispetto a tutte le macchine analoghe. Da allora si è lavorato all'idea di Montreal: a Torino per perfezionare il disegno, a Milano per una messa a punto eccezionalmente puntigliosa dei motore e degli organi meccanici; perchè se è difficile fare una macchina da competizione, ancora più difficile è fare una macchina che abbia prestazioni da competizione ma possa essere tranquillamente usata anche in città.
IL DISEGNO Il disegno è una promessa di potenza e di sicurezza. Di assoluta rigorosità italiana, senza concessioni alle fantasie di moda; ma con una carica di entusiasmo che ha conquistato le folle dell'Expo. E' a coda tronca, naturalmente, e le portiere si richiudono come grandi ali di cristallo sopra un corpo dalle ampie convessità aerodinamiche. Il cofano, piatto e sfuggente, è dimensionato per ospitare il potente motore ad otto cilindri, e si accorda con precisa leggerezza alla maschera ed al parabrezza. I paraurti sono fusi nella linea della scocca, e sono doppi, per ottenere la latitudine di protezione più alta possibile. La fanaleria è nuovissima, schermata da griglie mosse con sistema a depressione. I vantaggi sono numerosi. Prima di tutto ne guadagna la linea, che avvolge senza interruzioni il profilo del cofano. Poi i fari sono fissi e sempre precisi. Anche a griglia non abbassata, sono disponibili per il lampeggio diurno e per una eccellente visibilità notturna. E' interessante sottolineare che, grazie alla loro mascheratura, i fari rispettano le recenti norme USA di altezza dal suolo. Ma non solo i fari: tutta la Montreal è concepita nel rispetto delle più severe norme di sicurezza. Il lunotto posteriore bilanciato da elementi elastici ammortizzati, consente di accedere al baule portabagagli, concepito con criteri di ampiezza non usuali in un coupé velocissimo.
IL MOTORE Se ogni Alfa è un po’ una "33", la Montreal lo è più di tutte.
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Il suo motore utilizza criteri tipici dei motori da gara: per esempio rinuncia a tutte le seduzioni delle economie costruttive a favore della eccellenza delle prestazioni. Di chiara derivazione "33" sono il posizionamento delle valvole, ad angolo di inclinazione a V stretto, per un miglior rendimento, ed il carter secco, cioè il circuito dell'olio separato con proprio serbatoio: un accorgimento che elimina le resistenze passive conseguenti allo sbattimento dell'olio e contribuisce, contenendo le dimensioni dei motore, alla aerodinamicità della macchina. Ma tutto il motore profitta dell'esperienza della "33": dalla conformazione stessa dell'8 cilindri, all'accensione elettronica a scarica di condensatori. Particolarmente elaborate sono le contrappesature dell'albero a gomiti che hanno consentito di adottare un motore con potenze specifiche da competizione senza nulla perdere in conforto. Per poterlo contenere in dimensioni ridotte, si è ricorsi, per i contrappesi, a un materiale addirittura prezioso: una lega di tungsteno sinterizzato, scelto per il suo altissimo peso specifico (17 kg/dmc). E' un fatto tecnico finora riservato al motori d'aviazione. Nella Montreal, è un esempio di tutta una serie di riduzioni successive di ingombri, e, quindi, di pesi, primo elemento di un rapporto peso-potenza particolarmente favorevole: 5,5 kg/CV-SAE.
LE PRESTAZIONI I Le prestazioni si illustrano in due cifre: 230 CV-SAE di potenza (200 CV-DIN) e 27,5 kgm-SAE di coppia (24 kgm-DIN). Per chi è al volante, queste cifre spiegano una velocità di punta di oltre 220 km/h e una capacità di ripresa che porta al km, da fermo, in 28,2 sec. Per i tecnici, esse rappresentano valori eccezionalmente elevati e comunque fra i più alti nel settore delle super-granturismo, tanto più validi se si considera l'equilibrio generale della vettura, non alleggerita per ottenere prestazioni esasperate a scapito della sicurezza, dei conforto e della facilità di guida. Sono prestazioni consentite dalla concezione modernissima dei motore: un superquadro con quattro alberi e camme in testa e comando diretto delle valvole, basamento in lega leggera, camera di combustione con calotta sferica e candele al centro. Un elemento di particolare rilievo è l'alimentazione ad iniezione Alfa Romeo-Spica, un sistema estremamente sicuro anche dal punto di vista della manutenzione. Sua prerogativa è di mantenere a livelli sorprendentemente bassi i consumi, pur assicurando un rendimento' superiore grazie ai tubi di aspirazione molto tesi e prolungati fino aii'ínterno dei filtro per sfruttare a fondo le oscillazioni della colonna d'aria (ram effect).
LA SICUREZZA Un fatto è certo: la Montreal non è una macchina da corsa. 0 almeno non lo è nel senso che occorra una bravura particolare per reggerne il volante. In realtà non si è mai vista, forse, una macchina così potente e così facile da guidare e da controllare. Tenuta di strada La tenuta di strada, classico vanto dell'Alfa Romeo, qui è ancora meglio assecondata dalla struttura compatta della macchina, dai pesi ben distribuiti fra i due assali, infine da un sistema di sospensioni secondo a nessuno per conforto, e primo certamente per la stabilità di marcia. Merito anche dei ponte posteriore di disegno classico Alfa Romeo. E' costruito con le tecniche più moderne e con la scatola dei differenziale in lega leggera. Ne consegue che, con i freni ed i pneumatici di proporzionamento sportivo in uso oggi, la differenza di masse non sospese rispetto alle sospensioni a ruote indipendenti è ridotta a quantità insignificanti. Il ponte Alfa Romeo per contro conserva tutta la fiducia dei tecnici per il sistema dì ancoraggio contro gli spostamenti laterali e l'ottima aderenza al suolo dei moderni pneumatici a sezione larga, che non è fra le migliori prerogative delle sospensioni indipendenti. Un altro aspetto della sicurezza Montreal è il differenziale autobloccante, in grado di assicurare l'assetto della vettura nelle curve molto strette o in caso di aderenza al suolo diversa fra le ruote motrici. 5 marce Alla semplicità di guida, le cinque marce aggiungono il piacere. Vale la pena di chiarire che la quinta marcia, per molti anni una prerogativa Alfa Romeo, è ora da alcuni costruttori adoperata come marcia “aggiunta", una over-drive che ha lo scopo di far risparmiare carburante quando il rnotore - in autostrada - abbia raggiunto un regime sufficiente a mantenere la velocità di crociera. Per la Montreal, come per tutte le Alfa Romeo, è invece una "vera" marcia. Quindi consente reali capacità di ripresa, tanto maggiori quanto maggiore è l'elasticità dei motore. Naturalmente è "anche" una marcia economica in autostrada, ma è la suddivisione in cinque, anzichè in quattro rapporti più uno, la base delle maggiori soddisfazioni di guida - e della sicurezza - Alfa Romeo.
I freni Come in tutte le Alfa Romeo, la frenatura è potente e precisa non solo in condizioni normali ma anche in condizioni di emergenza. Sulla Montreal, oltre che sulle dimensioni delle superfici frenanti - 2742 cmq totali - si può far conto sulla struttura dei freni a disco, e sulle autoventilazioni: cioè su freni che per peso e massa diano la garanzia di non deformarsi in nessun caso, e su un disegno dei dischi, con condotti interni radiali che permettono un raffreddamento efficacissimo anche nelle condizioni più tormentate. I freni a disco hanno il doppìo circuito di comando con modulatore di frenata sui posteriori e sono separati dal freno meccanico a tamburi per lo stazionamento.
IL CONFORTO Anche all'interno, la Montreal ha un'impronta tipicamente sportiva, che oggi non vuole dire solo un particolare assetto di guida, ma anche una condizione di conforto sia estetico che pratico indispensabile per rendere comodo, quindi sicuro, il viaggio. Il posto di pilotaggio è bene individuato, una vera cabina di comando attrezzata dove tutto si può raggiungere anche con la cintura di sicurezza allacciata. I sedili sono I più razionali ed eleganti mai disegnati da Bertone. Avvolgenti, anzi "collanti" per la struttura dei tessuto, alti fino ad includere nell'appoggio la testa, strutturati contro la deformabilità, inclinabili.
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57,69 KB Il cruscotto a strumenti combinati ha la stessa qualità di progettazione, e così la plancia dì comando. E' costruito in materiale antiriflesso, naturalmente, ma la palpebra copriluce si è spezzata e moltiplicata in profondi rilievi concentrici per proteggere singolarmente ogni strumento. Tutto l'abitacolo è ampiamente vetrato, a visibilità panoramica. Per contenere la luminosità e il calore estivi, i vetri sono azzurrati e atermici. E' inoltre predisposta per il montaggio dell'impianto di condizionamento per il quale è già stato studiato il circuito con condensatore situato di fianco al radiatore. Il lunotto posteriore è antiappannante con comando elettrico al posto di guida. L'ambiente è arredato con finiture accuratissime e, grazie all'impiego di materiali fonoassorbenti, è molto silenzioso. E' da notare che il motore della Montreal ha una voce che non si è voluta eliminare: una libertà sportiva che può permettersi solo una delle più belle macchine dei mondo.
CARATTERISTICHE TECNICHE
- Cilindri 8 a V di 90- - Aleseggio 80 mm - Corso 64,5 mm - Cilindrata 2593 cc - Potenza massima a 6500 giri/I, CV-SAE 230 (CV-DIN 200) - Coppia massima i 4750 giri/m’ kgmSAE 27,5 (kgm-DIN 24) - Impianto elettrico 12 Volt - Alternatore 720 W - Pneumatici 195/70 VR 14 - Carreggiata anteriore 1372 mm - Carreggiata posteriore 1328 mm - Posso 2350 mm - Lunghezza massima 4220 mm - Larghezza massima 1672 mm - Altezza massima 1205 mm - Peso In ordine marcia 1270 kg - Velocità massima oltre 220 km/h - Accelerazione i km da fermo 28,2 sec. - Rapporto peso/potenza kg/CV-SAE 5,5
Alimentazione: ad iniezione nei condotti di aspirazione, con pompa Spica. Accensione: elettronica a scarica di condensatori, con candele Golden Lodge al centro della calotta sferica della camera di combustione. Distribuzione: a valvole in testa a V stretto, comandate direttamente da quattro alberi a camme con l'interposizione di bicchierini a bagno d'olio. Valvole di scarico al sodio. Lubrificazione: forzata e carter secco, con serbatoio separato, pompe di mandata e di ricupero, radiatore olio. Raffreddamento: circuito chiuso con liquido refrigerante, ventilatore elettrico a valvola termostatìca. Frizione: monodisco a secco con molla a diaframma e comando idraulico. Cambio di velocità: cinque marce e retromarcia. Comando a leva centrale diretta, corta. Ponte posteriore: ancorato alla struttura portante per mezzo di due puntoni longitudinali e di un elemento di reazione trasversale, articolati sulla scocca e sul ponte con snodi elastici. Coppia ipoide 10/41, differenziale autobloccante. Sospensione anteriore: a ruote indipendenti collegate alla scocca mediante bracci trasversali, molle elicoidali e ammortizzatori idraulici telescopici antiemulsione. Barra stabilizzatrice trasversale. Sospensione posteriore: a molle elicoldali ed ammortizzatori idraulici telescopici antiemulsione, coassiali con le molle stesse. Barra stabilizzatrice trasversale. Guida: a circolazione di sfere. Freni: dischi ventilati sulle quattro ruote, con modulatore di frenata sul posteriori e doppio circuito. Servofreno a depressione. Superficie totale di frenata 2742 cmq. Freno a mano indipendente dall'impianto principale, agente con appositi tamburi sulle ruote posteriori.
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Frank
GTF Scalino 1966 (GT Frank) GTJ 1972 Spider Junior CT 1971 1750 berlina 1971 Giulia 1300 Ti 1968 GTV TS 16V 2002 166 2.5 V6 24V Busso 2004
"Tutto quello che non c'è o non si trova, bisogna inventarselo!"
"Una causa non sarà mai persa se rimarrà anche un solo folle disposto a combattere per essa". Martin Luther King.
Socio n.796 |
Modificato da - Frank in Data 26/05/2008 19:18:05
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2pipes
Duettista junior
Estero
10566 Messaggi |
Inserito il - 22/06/2008 : 09:21:16
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Questa l'ho vista nel museo Stanguellini a Modena!
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2pipes
Duettista junior
Estero
10566 Messaggi |
Inserito il - 22/06/2008 : 09:26:23
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... e questa ad Arese!
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marco69
Utente Normale
56 Messaggi |
Inserito il - 22/09/2008 : 23:34:02
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la mia è la Escoli, che bella giornata! |
Alfa Romeo Alfetta GT del 1978 Alfa Romeo 75 TS 1988 Alfa Romeo Montreal 1972 alfasud super 1978 alfa 147 jtd 2007 BMW Z4 coupè 2007 |
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il capitano
Utente Master
Lazio
2141 Messaggi |
Inserito il - 04/11/2008 : 17:40:13
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Per gli amanti del genere, questa è la copertina del numero di Novembre di Automobilismo d'epoca
il capitano
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Frank
Utente Master
Puglia
8388 Messaggi |
Inserito il - 04/11/2008 : 18:45:09
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L'ho comprato stamattina ed ho evitato accuratamente anche di sfogliarlo, perchè stasera dopo cena nella mia poltrona preferita gli darò tutta l'attenzione che merita. |
Frank
GTF Scalino 1966 (GT Frank) GTJ 1972 Spider Junior CT 1971 1750 berlina 1971 Giulia 1300 Ti 1968 GTV TS 16V 2002 166 2.5 V6 24V Busso 2004
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"Una causa non sarà mai persa se rimarrà anche un solo folle disposto a combattere per essa". Martin Luther King.
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2pipes
Duettista junior
Estero
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Inserito il - 05/11/2008 : 03:41:00
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moroclass
Duettista Medio
Toscana
29572 Messaggi |
Inserito il - 05/11/2008 : 08:51:50
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Citazione: Messaggio inserito da Frank
L'ho comprato stamattina ed ho evitato accuratamente anche di sfogliarlo, perchè stasera dopo cena nella mia poltrona preferita gli darò tutta l'attenzione che merita.
Mi sarei atteso qualche immagine ad effetto in più, soprattutto degli interni, però l'articolo è interessante...
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Frank
Utente Master
Puglia
8388 Messaggi |
Inserito il - 05/11/2008 : 10:32:39
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In realtà nulla che non sapessimo già, ma su questi articoli c'è sempre un punto di vista prospettico interessante ed inedito, oltre a qualche noticina utile. |
Frank
GTF Scalino 1966 (GT Frank) GTJ 1972 Spider Junior CT 1971 1750 berlina 1971 Giulia 1300 Ti 1968 GTV TS 16V 2002 166 2.5 V6 24V Busso 2004
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moroclass
Duettista Medio
Toscana
29572 Messaggi |
Inserito il - 05/11/2008 : 10:49:43
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Infatti anch'io non riesco mai a resistere, appena vedo un'Alfa in copertina...
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