Autore |
Discussione |
|
Frank
Utente Master
Puglia
8388 Messaggi |
Inserito il - 23/09/2008 : 18:44:12
|
Immagine:
62,37 KB
Autodromo di Monza, 27 Giugno 1962 : la Direzione dell'Alfa presenta alla stampa e alle autorità una macchina dalla linea rivoluzionaria. E' la Giulia Ti, la cui sigla significa Turismo Internazionale. Sui quotidiani appaiono pagine pubblicitarie con lo slogan : "L'ha disegnata il vento", ma a disegnarla in realtà sono stati gli stilisti del Portello, dopo lunghe sperimentazioni nella galleria aerodinamica. Si tratta infatti di un design del tutto inedito : frontale basso, racchiuso da quattro fari (grandi gli esterni, più piccoli gli interni) che sembrano ammiccare e promettere chissà che. Il cofano è deportante - aggettivo che ancora non compare nel vocabolario dell'automobilista medio;il parabrezza sfuggente richiama l'abitacolo di un aereo da caccia; il lunotto posteriore è quasi verticale mentre il baule sembra troncato di netto. Se tanti restano affascinati da questa automobile cosi' audace, qualcuno manifesta perplessità soprattutto per quella coda tagliata netta, quasi sgarbata. Ma a convincere anche i più scettici apparirà ben presto su "Quattroruote" un test della vettura le cui prestazioni si rivelano sbalorditive : nella prova di velocità gli oltre 165 Km/h dati dalla casa diventano oltre 172 chilometri all'ora. Un simile risultato, spiegano i giornalisti, non è dovuto soltanto ai 92 cavalli del quattro cilindri di 1570 cc ma anche allo straordinario coefficente di penetrazione: merito, appunto, di quella sconcertante coda tronca che impedisce i vortici e di quel muso aggressivo che fende l'aria. Mentre per il motore della Giulia si può parlare di una "logica evoluzione", per il cambio invece ci troviamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione. La cilindrata del motore infatti fu una via intermedia tra la 1900 e la Giulietta. Il basamento in alluminio con le canne in ghisa riportate è una soluzione già sperimentata con successo sulla Giulietta, cosi' come la camera di scoppio emisferica la ritroviamo già sulla 1900. La novità invece, di derivazione aeronautica, fu l'adozione di valvole al sodio. Per quel che riguarda invece il cambio, l'ingegner Satta Puliga, valutati i pro e i contro, prese la grande decisione: estendere il cambio a cinque marce a tutti i modelli della serie. Fu disegnato un cambio compatto e leggero, grazie alla scatola in lega di alluminio. Le riprese divennero "brucianti" ed in particolare perchè la quinta venne utilizzata non come overdrive, ma come vera e propria marcia con la quale era possibile raggiungere la velocità massima effettiva. La Giulia fu tra le prime autovetture ad essere progettata oltre che con seri criteri aerodinamici (l'auto disegnata dal vento!), anche con principi di sicurezza innovativi, come ad esempio la deformazione programmata della parte anteriore e posteriore in caso d'urto e la indeformabilità della cella abitacolo.
Dunque, perché Giulia? Intanto per un motivo pratico di natura prettamente commerciale. Una volta infatti si usava denominare una autovettura con il nome della propria cilindrata (ad esempio:la "1900"). Il problema nasceva se, utilizzando la stessa scocca, si voleva utilizzare diverse motorizzazioni. Con il nome proprio questo problema veniva superato. Per quel che riguarda invece il nome "Giulia" si racconta che a Parigi, quando fu per la prima volta presentata al Gran Palais la "1900", Jean Pierre Wimille aveva invitato a cena, al "Capucines", tecnici e commerciali dell'Alfa Romeo. Wimille, pluridecorato come aviatore in guerra e pilota Alfa Romeo, aveva costituito la Società per la vendita delle vetture Alfa Romeo in Francia. Quella sera, nell'elegante locale nel sottosuolo, il solito nobile decaduto russo sostava accanto ad ogni tavolo improvvisando in un impeccabile francese piccole argute poesie. Accanto al tavolo dell'Alfa chiuse il suo dire, applauditissimo da tutto il locale, rammaricandosi però perchè c'erano otto Romeo senza neppure una Giulietta. Rientrando a Milano qualcuno si ricordò di quell'applauso cosmopolita all'accenno Shakespeariano ed esclamò: la prossima vettura la chiameremo Giulietta!. Quando anni dopo nacque poi la Giulia si disse: è una sorella maggiore della Giulietta, che, come tale, dovrebbe essere in pò meno sbarazzina: chiamiamola "Giulia"! La Giulia, commercializzata dal1962 al 1977 in varie versioni, compresa una poco fortunata versione Diesel, veniva comunque offerta nelle due cilindrate 1300 e 1600. In pratica la Giulia nacque 1600, con la versione Ti, e finì 1300, laddove dal modello 72 in poi tale motorizzazione 1.600 veniva offerta solo a richiesta. Ben note e di grande successo le derivate Giulia, ossia le 1750 e 2000 berlina e dei relativi modelli Gt e spider. Nel Gennaio 1968 infatti, a Vietri sul Mare, viene presentata la 1750, il cui nome riprese quello del glorioso modello degli anni trenta. La linea della carrozzeria, disegnata in collaborazione con la carrozzeria "Bertone", non aveva certo la spiccata personalità della Giulia, ma grazie alle linee tese e pulite era caratterizzata da una certa eleganza. Al salone di Torino nell'autunno del 1969, venne presentata la seconda serie che differiva dalla prima per alcuni particolari estetici e meccanici, tra cui il doppio circuito frenante, la pedaliera incernierata in alto, nuovo filtro con presa d'aria dinamica, fari allo iodio, nuova targhetta posteriore (dove sparisce lo stemma della casa accanto alla scritta 1750), nuovi fanalini anteriori (spostati dal paraurti agli angoli della carrozzeria) e conseguente modifica dei ripetitori laterali e, in ultimo, nuovo volante guida, che fu dotato di corona in finto legno. La presentazione alla stampa della 2000 avvenne a Gardone Riviera nel mese di Giugno del 1970.Per la verità la variante a due litri era tecnicamente pronta fin dall'autunno del 1969, ma l'incertezza legata alla difficile situazione sociale e politica del paese aveva consigliato una prudente attesa. In effetti però, poichè il decreto finanziario dell'Agosto 1970, pur introducendo nuove tasse ed un immancabile aumento della benzina non aveva frenato la richiesta di vetture potenti e veloci, se ne decise la commercializzazione. Poche le modifiche estetiche rispetto alla 1750 berlina: suo elemento distintivo era la nuova calandra nera con un solo profilo cromato e gruppi ottici anteriori e posteriori ridisegnati. Internamente, allestimenti più ricchi e vistosi, volante a calice molto pronunciato e sedili di nuovo profilo, più comodi nei lunghi viaggi. La plancia era la parte che aveva subito le maggiori modifiche, con i due strumenti principali collocati in un quadro unico. La dotazione di strumenti, analoga a quella della 1750, era integrata da tre quadranti supplementari posti più in alto al centro plancia. Apprezzabile infine la presenza delle luci che segnalavano l'apertura delle portiere, e la ricca dotazione di optionals a richiesta, come la vernice metallizzata, il differenziale autobloccante al 25%, gli alzacristalli elettrici e il condizionatore d'aria.Venne prodotta fino al 1977, anno in cui venne sostituita dall'Alfetta 2000. Attualmente la Giulia viene apprezzata dai collezionisti di tutto il mondo, in particolar modo da quelli del nord Europa come ad esempio Paesi Bassi e Germania. I modelli più ricercati sono quelli Ti Super, il cui valore può raggiungere anche i 20.000 Euro, data la tiratura in soli 501 esemplari, o il modello cosidetto "biscione" che non e nient'altro che il modello Super prodotto tra il 1969 ed il 1972. Si distingue dalle serie precedenti esteticamente per i biscioni sui montanti (al posto degli stemmi rotondi color oro), per la scomparsa della scritta Super sul cofano anteriore, per una calandra con 5 profili cromati, per lo sterzo in finto legno, per l'introduzione dell'alternatore al posto della dinamo, per il potenziamento del motore (da 98 a 102 CV DIN), per lo spostamento sopra il tunnel di trasmissione dei 3 comandi di ventilazione, tergicristalli e luci del cruscotto. Su quest'ultimo compare a destra solo la scritta Super, senza Giulia. Viene anche adottato un nuovo filtro aria tipo 1750 II serie Sopra il tunnel di trasmissione in apposito alloggiamento sotto le leve di ventilazione vengono infine spostati gli strumenti per il controllo dell'olio e dell'acqua. Da questo modello segui poi nel 1972 il modello cosiddetto "Unificato",che poco differisce per allestimenti ed estetica dal modello Biscione, con la particolarità che i motori 1.3 o 1.6 vengono appunto montati su medesima carrozzeria. Nel 1974 nasce la Nuova Super, esteticamente riconoscibile dai cofani anteriori e posteriori senza nervature, dalla mascherina anteriore in plastica con i 4 fari di uguale diametro, dalla presenza di poggiatesta e corona del volante in legno vero e dal differente sistema di areazione dell'abitacolo. L'uscita di produzione di questo modello, che avvenne nel 1977,segnò anche la fine di questa affascinante vettura. La sua presenza sotto varie vesti, che vanno dalla tranquilla berlina da famiglia alla più cattiva tutrice della legge, alla alternata parte di inseguitrice e inseguita nei film polizieschi degli anni 70 (quando giocando a guardia e ladri si meritò il titolo di autovettura "democratica", capace di unire il bene e il male), fa si che il carisma e la gloria conquistati sul campo da questa berlina difficilmente vengano ritrovati in autovetture di più recente costruzione.
Immagine:
60,93 KB
E qualcuno ha detto:
"non puoi considerarti un vero un alfista se non hai mai posseduto o guidato una Giulia".
|
Frank
GTF Scalino 1966 (GT Frank) GTJ 1972 Spider Junior CT 1971 1750 berlina 1971 Giulia 1300 Ti 1968 GTV TS 16V 2002 166 2.5 V6 24V Busso 2004
"Tutto quello che non c'è o non si trova, bisogna inventarselo!"
"Una causa non sarà mai persa se rimarrà anche un solo folle disposto a combattere per essa". Martin Luther King.
Socio n.796 |
Modificato da - Frank in Data 23/09/2008 19:01:01
|
|
Spiderman
Duettista Medio
Estero
21067 Messaggi |
Inserito il - 12/12/2008 : 15:06:34
|
Arricchisco questo topic aperto da Frank con un catalogo dell'epoca
Immagine:
47,84 KB
Immagine:
31,73 KB
Immagine:
67,65 KB
Immagine:
40,1 KB
Immagine:
55,22 KB |
Loud pipes save lifes (OO=v=OO) I have a drink (Martin Luther King)
|
|
|
|
Discussione |
|
|
|