Frank
Utente Master
    
 Puglia
8388 Messaggi |
Inserito il - 07/05/2008 : 18:24:59
|
"All’inizio degli Anni Cinquanta, l'Alfa Romeo annunciava il suo ritorno alle corse dopo un assenza di due anni. L’azienda non partecipava alle competizioni dalla morte di Achille Varzi, avvenuta a Berna durante una corsa di prova. Il direttore, ingegner Antonio Alessio, e il suo staff di tecnici mi chiesero di essere il secondo pilota della famosa Alfetta alla sua prima corsa, che doveva aver luogo a San Remo, alla ripresa delle competizioni. Non so dire perché avessero scelto me. Forse perché avevo vinto sei gran premi in Italia e in Francia nel 1949, uno dei quali era stato la mia prima vittoria a San Remo con la Maserati. O forse ero semplicemente simpatico al direttore dell'Alfa. Pùò darsi che mi avesse visto vincere la mia ultima corsa dell’anno in Europa, quando conquistai il Gran Premio di Monza con la Ferrari. In ogni caso, fui sorpreso e compiaciuto da questa possibilità offertami di guidare quella che io considerava la miglior auto da corsa dell’epoca. Quando il mio compagno di squadra, Giuseppe Farina, ebbe un incidente, e io rimasi 1 unico pilota, lo scoraggiamento e l'inquietudine pervasero tecnici. dirigenti e organizzatori. L Alfa pensava di ritirarsi, essendo priva del primo pilota. Tuttavia gli organizzatori esitavano a compiere questo passo, perché in tal caso avrebbero perso tutto il beneficio pubblicitario derivante dal ritorno dell'Alfa alle corse. Questa serie di competizioni era importante, particolarmente perché si sarebbero presentate le nuove Ferrari (dodici cilindri con compressore), condotte dai migliori piloti di allora, tra cui Ascari, Villoresi e Somer. Decisi di parlare con i tecnici responsabili del ritorno dell'Alfa alle corse. Volevo convincerli che presentandosi con una sola vettura, condotta da un pilota poco noto, la casa non ne avrebbe scapitato. Se si perdeva, la colpa sarebbe stata di Fangio; se si vinceva, per l'Alfa Romeo sarebbe stato un trionfo straordinario. Con questi ragionamenti riuscii a persuadere i tecnici ad accettarmi come pilota. Come fortuna volle, vinsi, e l'Alfa mi offrì un contratto per tutte le altre corse. Quando mi fu presentato il foglio affinché lo leggessi e 1’approvassi, non lo guardai neppure; chiesi soltanto dove dovevo firmare. Non mi sembrava necessario discutere i particolari. Così potei correre per due anni, piazzandomi secondo nel Primo Campionato del Mondo del 1950 e vincendo il mio primo Campionato del Mondo l’anno seguente. E’ giusto che io riconosca all'Alfa Romeo il merito di avermi dato l'opportunità di disputare e vincere queste gare, specialmente il Campionato del Mondo del 1951. Ma, cosa ancor più importante, ebbi la possibilità di lavorare con persone indimenticabili, con le quali nacquero dei legami di affetto e di stima che da parte mia non verranno mai meno."
Juan Manuel Fangio
Da un numero speciale di FMR International, edito in collaborazione con l'Alfa Romeo per il lancio della 164.
|
Frank
GTF Scalino 1966 (GT Frank) GTJ 1972 Spider Junior CT 1971 1750 berlina 1971 Giulia 1300 Ti 1968 GTV TS 16V 2002 166 2.5 V6 24V Busso 2004
"Tutto quello che non c'è o non si trova, bisogna inventarselo!"
"Una causa non sarà mai persa se rimarrà anche un solo folle disposto a combattere per essa". Martin Luther King.
Socio n.796 |
Modificato da - Frank in Data 07/05/2008 18:28:23
|
|