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 Presente e futuro dell'Alfa
 Gruppo Fiat e marchio Alfa Romeo - il futuro.
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fedealfa
Utente Master



Sicilia

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Inserito il - 07/05/2014 : 09:29:54  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di fedealfa Invia a fedealfa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Quindi, secondo te e il tuo "amichetto" Marchionne, si vede la luce in fondo al tunnel?
Qualcosa del genere...:



Federico Sinopoli socio DCI n°855
Alfa Romeo Owners Club Uk member n° 26264



"Ce so' tre categorie de' romani:
i romani de Roma da sette generazzioni,
quelli che so' venuti a Roma co' la coriera
e quelli che so' venuti a Roma co' l'Arfa Romeo!"
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Gianlo
Utente Master


Veneto

9205 Messaggi

Inserito il - 07/05/2014 : 13:00:44  Mostra Profilo Invia a Gianlo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
C'hai azzeccato Fede.
Per i due amichetti FCA e F.CA sono la stessa cosa, ovvero solo FCA.
Comunque 8 modelli, calcolando almeno 2 livelli di allestimento e 2/3 motorizzazioni, significano un listino come non ricordo di aver mai visto.
Bella la possibile sorpresa della nuova Giulia che potrebbe debuttare già il prossimo anno, ma purtroppo non si parla di spider.

Gianlo
Socio DCI nr. 888
Duettista dell' Anno 2017
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stefanosir
Duettista junior



Veneto

11285 Messaggi

Inserito il - 07/05/2014 : 15:29:31  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Gianlo

C'hai azzeccato Fede.
Per i due amichetti FCA e F.CA sono la stessa cosa, ovvero solo FCA.
Comunque 8 modelli, calcolando almeno 2 livelli di allestimento e 2/3 motorizzazioni, significano un listino come non ricordo di aver mai visto.
Bella la possibile sorpresa della nuova Giulia che potrebbe debuttare già il prossimo anno, ma purtroppo non si parla di spider.

Oh, bravo!
Vedo che si comincia con qualche considerazione sul serio: concordo con te, la Giulia nel 2015 è davvero un piacevole "imprevisto" mentre l'assenza di una SPIDER nella gamma è davvero un cruccio.

Per il "redivivo": ti vedo davvero sotto ... un'ottima luce!

Se riesco, proverò ad inserire pezzi di un articolo de Il Sole 24 Ore con tutti gli elementi fondamentali relativi a quanto presentato ieri dall'AD del Gruppo.
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stefanosir
Duettista junior



Veneto

11285 Messaggi

Inserito il - 07/05/2014 : 16:17:47  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non si può comprendere il nuovo piano industriale di Alfa Romeo e la pianificazione del suo rilancio senza ricordarsi che il marchio fa parte integrante del GRUPPO FCA. Questo significa che il piano previsto per il marchio del biscione costituisce una componente (anche se molto ma molto significativa, per fortuna!) di un più vasto programma che porterà il GRUPPO FCA fuori dall’area di rischio in cui ancora oggi si trova e lo proietterà fra i maggiori player mondiali nel campo dell’auto: questa è una sfida incredibile, difficilissima da vincere ma l’attesa che si è diffusa fra gli addetti ai lavori, gli investitori e fra molti appassionati la dice lunga sul fatto che possa rivelarsi davvero un successo; sarà che riguarda una società come FIAT che era data per spacciata, sarà per l’intuizione assolutamente vincente di acquisire la Chrysler, sarà per i positivi risultati ottenuti dai marchi americani, sarà per il successo delle vendite dei nuovi modelli, sarà per il consenso del pubblico per le nuove vetture messe in produzione, sarà che una cosa così potrebbero realizzarla soltanto gli Italiani (che non hanno mai un approccio di colonizzazione nei confronti degli stranieri), … fatto sta che anche i concorrenti hanno proprio alzato le orecchie; segno, quest’ultimo, che dimostra che il GRUPPO FCA potrà diventare davvero temibile.
Vi propongo quanto riportato da Il sole 24 Ore di oggi, in modo che, per chi interessa, si abbia una panoramica generale del piano nel suo complesso:

Ecco gli obiettivi principali:
- vendere quasi 7 milioni di veicoli nel 2018 (contro i 4,4 dell'anno scorso);
- raggiungere un fatturato che potrebbe salire a 132 miliardi di euro (86,8 del 2013);
- raggiungere un utile operativo (Ebit) atteso a 9 miliardi nel 2018 (3,5 dell'anno scorso);
- investire 48 miliardi di euro in cinque anni (che salgono a 55 con le spese di ricerca non capitalizzate);
- arrivare ad un debito ridotto quasi a zero a fine piano.


Un altro punto fermo che è stato definito è che Sergio Marchionne rimarrà al volante del gruppo almeno fino alla fine del 2018.

La crescita delle vendite. Il miglioramento dei conti previsto dal piano è legato alla crescita delle vendite e al miglioramento del mix di prodotto verso i prodotti di gamma più alta con i marchi Jeep e Alfa Romeo. Il marchio americano punta a vendere 1,9 milioni di fuoristrada nel 2018, più che raddoppiando rispetto alle 730mila unità dell'anno scorso; nel 2018 Jeep sarà, insieme a Fiat, il marchio più venduto del GRUPPO FCA. Il Biscione scommette su quota 400mila e promette di investire 5 miliardi di euro in 5 anni per 8 modelli nuovi, cui si aggiungeranno 2 miliardi per la Maserati. Fiat dovrebbe crescere anch'essa - da 1,5 a 1,9 milioni di unità -, soprattutto in Asia, e manterrà anche in Europa una presenza di tipo generalista. Complessivamente dai marchi premium arriverà l'80% della crescita del fatturato, che vuol dire utili più alti e quindi possibilità di ulteriori investimenti futuri maggiori.

L'impatto sull'Italia. Dal piano - se verrà realizzato in questi termini - arrivano buone notizie per l'Italia: 200mila Jeep (0 nel 2013), 400mila Alfa Romeo (74.mila nel 2013), 75mila Maserati (rispetto alle 15mila del 2013) e la conferma di un ruolo non di nicchia per il marchio Fiat, con l'obiettivo di saturare al 100% le fabbriche entro il 2018. Poiché le prospettive per il mercato europeo sono di una lenta ripresa di qui al 2015, per saturare le fabbriche italiane sarà essenziale aumentare le esportazioni: in Europa dovranno essere nel 2018 il 40% della produzione totale. Alfa Romeo dovrebbe vendere 150mila auto in Europa (il doppio dell'anno scorso) e altrettante in America, cui se ne aggiungeranno 90mila in Cina.

Il ruolo di Alfa Romeo. Il piano di rilancio presentato ieri per Alfa Romeo ricalca da vicino nei volumi, nel numero e nel tipo di nuovi modelli i piani presentati nel 2006 e poi nel 2010, nessuno dei quali è stato realizzato. Il numero uno Harald Wester ha ammesso i fallimenti del passato: "Ci abbiamo messo molto a capire la lezione, e i concorrenti tedeschi hanno preso un vantaggio enorme. Anche i modelli degli scorsi anni avevano spesso un design meraviglioso, inconfondibilmente italiano - ma poco altro". Cosa verrà aggiunto ora? Soprattutto motori innovativi e sportivi, oltre alla trazione posteriore che permetterà un comportamento su strada da vera Alfa purosangue. Wester ha descritto il team che sta lavorando alla nuova architettura a trazione posteriore (“denominata “Giorgio”: qualcuno, spero, gli chiederà prima o poi perché!): 200 ingegneri (che diventeranno 600 entro fine 2015) guidati da due top manager di provenienza Ferrari; un team, ha sottolineato Wester, che lavora senza alcuna interferenza da parte del management di Fiat Chrysler. "Le perdite legate ai primi anni di lancio sono già considerate nel piano; entro il 2018 Alfa Romeosarà profittevole" ha detto Marchionne alla conferenza stampa.

Fiat e gli altri marchi. Sulla "missione" del marchio Fiat c'erano davvero molti dubbi, che le presentazioni di ieri non hanno completamente fugato. "Not a low cost brand, not a premium brand" lo ha definito Olivier Francois, numero uno del brand Fiat. Le due anime, quella "aspirazionale" e "funzionale" - ovvero in sintesi la 500 che strizza l'occhio al premium e la Panda che punta alla sostanza - non sono facilmente conciliabili, e il marchio continuerà a significare cose diverse nelle diverse regioni del mondo, con piani prodotti e immagine sul mercato nettamente separati, dal Brasile - dove Fiat è tuttora leader - al Nordamerica dove è un marchio di nicchia con la 500. In termini di modelli, il piano europeo prevede 8 novità di qui al 2018, compresa la 500X che arriverà quest'anno e che sarà prodotta a Melfi. Ad essa si aggiungeranno una berlina compatta (segmento C), in sostanza un'erede della Bravo, e la spider prodotta da Mazda nel 2015; la berlina "dovrebbe permettere di riguadagnare terreno nelle flotte"; seguiranno poi una due volumi, una sw compatta e un segmento B nel 2016 (l'erede della Punto); un crossover compatto nel 2017 e la nuova Panda nel 2018. Fiat non intende dunque ridursi a un costruttore di nicchia in Europa, ma neppure partecipare alla guerra dei prezzi fra i costruttori generalisti. I volumi globali del marchio dovrebbero salire nel 2018 da 1,5 a 1,9 milioni; rimarranno gli stessi del 2013 in Europa (700mila unità) e cresceranno di poco in America Latina (800mila contro 700 mila); forte crescita è prevista in Asia (da 70mila a 300mila unità) e un raddoppio a bassi volumi in Nordamerica (da 50 a 100mila unità); qui negli Usa, a 500 e 500L si aggiungeranno la 500X e probabilmente la spider "made by Mazda". In America, Chrysler riprenderà la vocazione generalista mentre Dodge (che ora è il marchio più venduto) verrà limitato alle vetture sportive.

La strategia internazionale. La presenza di FCA in Cina dovrebbe salire a 850mila unità dalle 130mila del 2013; anche qui il grosso delle vendite (500mila) sarà di Jeep, con 250mila Fiat e 90mila Alfa Romeo). Lo sforzo di espansione a tutto campo del Gruppo verrà sostenuto da un rafforzamento della rete commerciale - 1.300 punti vendita in più a livello globale.

Come il piano verrà finanziato. Di fatto, il piano verrà finanziato - almeno per ora - interamente dalle risorse già presenti all'interno del Gruppo (e dal fatto che i soci dovranno rinunciare al dividendo per tutta la durata del piano). Niente cessioni, quindi ("Ferrari non è in vendita" ha detto Marchionne) e niente aumenti di capitale, anche se Marchionne ha lasciato la porta aperta all'emissione di un prestito obbligazionario convertendo: "Ne parleremo in consiglio nei prossimi mesi, in coincidenza con la trasformazione societaria". Il piano prevede che il debito netto industriale resti a livelli elevati, attorno ai 10 miliardi di euro, per i prossimi due anni, per poi venire quasi interamente azzerato nei due anni successivi grazie alla generazione di cassa. Nel 2016, inoltre, saranno rimborsati in anticipo quei bond Chrysler che limitano la possibilità di travasare fondi dall'azienda USA alle altre società del Gruppo.

La valutazione di Ferrari. Il manager italo-canadese ha smentito che il Cavallino sia in vendita, ma ha presentato personalmente i piani dell'azienda di Maranello che prevedono la realizzazione di un nuovo modello all’anno fino al 2018.

Sergio Marchionne ha sottolineato ieri come Fiat e Chrysler "non vogliono scrivere un altro capitolo, ma un libro interamente nuovo". Per la prima volta, il Gruppo si è presentato come un gruppo automobilistico globale; FCA è attualmente il settimo al mondo e punta, ha detto il manager, a guadagnare una posizione in classifica.
Per completare il processo di fusione e la quotazione di Fca a Wall Street, l'obiettivo resta quello di fine anno. L'integrazione societaria non basta però, ha proseguito Marchionne, senza l'integrazione culturale "alla quale lavoriamo da anni". La gente di Fiat e Chrysler, ha aggiunto, ha in comune "il fatto di avere visto l'inferno", ovvero di avere rischiato il fallimento. E adesso, ha rivendicato con orgoglio, Fiat Chrysler "è molto diversa dalle concorrenti ed è tutta un’altra cosa".

E' lungo, lo so, ma c'è tutto: i pilastri, i dati, gli obiettivi. Averli messi così a nudo espone chi li prospetta al rischio del loro rispetto e del loro raggiungimento: la gogna è pronta e certamente ci saranno molti che lo aspettano al varco, come è anche giusto che sia.
Certo è una sfida pazzesca; io mi auguro che ce la facciano, per il marchio che amiamo, per la passione verso le automobili, per chi lavora in FCA, per l'occupazione, per il prestigio che potrebbe estendersi anche al Paese, visto che molti delle maestranze, dei tecnici e dei managers sono italiani.
In bocca al lupo!

Ora abbiamo il tempo per tutte le nostre considerazioni.
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2tto66
Utente Master



Lazio

7011 Messaggi

Inserito il - 07/05/2014 : 22:23:55  Mostra Profilo Invia a 2tto66 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
intanto le prime considerazioni sono venute dal mercato..... e non sono per niente buone!

Duetto I serie del '66
Giulia sprint gt veloce del '67
147 del 2010
socio n.870
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Bracco
Utente Master


Marche

2090 Messaggi

Inserito il - 07/05/2014 : 23:45:07  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Bracco Invia a Bracco un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La borsa ragiona solo sui dividendi e profitti a breve. Qua Marchionne ha dichiarato che i soldi x i prossimi 4 anni servono x il prodotto e non x staccare dividendi....quindi è chiaro che le borse hanno reagito male


Bracco - SOCIO D.C.I. nr° 824
--------------------------
GT 1300 Junior Blu Olandese 1974
Alfetta 2.0L Grigio chiaro metallizato 1980
Spider 1.6 Nero Base 817 1991
156 2.0 JTS Nero Fuoco 2003
147 1.9 JTD Grigio 2004

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stefanosir
Duettista junior



Veneto

11285 Messaggi

Inserito il - 08/05/2014 : 08:12:30  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
FIAT ha anche presentato i numeri della "prima trimestrale" che si chiudono con una perdita netta di 319 Mln di € (a fronte dell'utile di 31 Mln di € del trimestre 2013); la perdita, comunque, è dovuta esclusivamente al perfezionamento dell'operazione di completamento dell'acquisizione di Chrysler, quindi non strutturale e soltanto contingente; escludendo questo tipo di dati, il bilancio avrebbe presentato un utile di 71 Mln di €

Per la cronaca, ci sono inoltre alcuni analisti finanziari che nutrono dubbi sul tipo di finanziamento degli investimenti indicati.
Anche questi 2 fatti, oltre alla considerazione di Bracco, potrebbero aver inciso sul corso di borsa di ieri (io, ieri, le avrei comprate! ).
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tosco
Utente Master



Lazio

4437 Messaggi

Inserito il - 08/05/2014 : 10:30:24  Mostra Profilo Invia a tosco un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Analisi finanziaria perfetta...se prevedi di investire qualcosa come 55 mld€ in 5 anni gli analisti si chiedono "dove li troverà???"

Chiaramente ieri hanno prevalso i dubbi di chi immagina che, se non riescono a "trovarli" rapidamente negli utili...e non riescono o non vogliono ricorrere alle Banche...cercheranno di recuperarli sul mercato come indebitamento (bond) o capitale di rischio (aumento di capitale), entrambe cose che agli analisti piacciono fino ad un certo punto!

Oggi..recupera!! e a me il piano così come è stato presentato (considerando anche i marchi americani..non solo Alfa) piace!

Tosco
Immagine:

10,4 KB
tessera n. 543
Spider 2.0 '91
Spider 2.0 '76
(ex)GTV 6 2.5 '83
..apprendista meccanico.. geometra per acclamazione!
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Riccardone
Utente Master



Umbria

8576 Messaggi

Inserito il - 11/05/2014 : 23:35:53  Mostra Profilo Invia a Riccardone un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Staremo a vedere! Marchionne per quanto riguarda il marchio Alfa Romeo fa solo chiacchere, prima dice una cosa e poi se la rimangia come è successo per la spider Alfa Romeo su base Mazda Mx5.

Alfa Romeo Spider 1.6, rossa, 1992
Alfa Romeo 75 turbo quadrifoglio verde, rossa, 1990
Citroen 2 cv4, verde, 1976
Honda S 2000, rossa, 2001
Piaggio Vespa 125, faro basso, grigia, 1957
Piaggio Vespa Px 125 E Arcobaleno, rossa, 1984
Birel 2011-Vortex Rvxx 125, 2010
Tony kart Mitox 2002-Tm K3 125, 1990
Mass (city bike), azzurra metallizzata, 1997. Socio numero 305. Duettista dell'anno 2006.
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stefanosir
Duettista junior



Veneto

11285 Messaggi

Inserito il - 12/05/2014 : 16:40:33  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Riccardone

Staremo a vedere! Marchionne per quanto riguarda il marchio Alfa Romeo fa solo chiacchere, prima dice una cosa e poi se la rimangia come è successo per la spider Alfa Romeo su base Mazda Mx5.

Eh ... questo purtroppo è abbastanza vero ...! però bisogna anche dire che i piani precedenti risalivano al periodo pre-crisi, quindi coma abbiamo già detto, ha optato per un periodo di tagli ai modelli, riduzione dei costi (rinunciando coscientemente anche a perdere clienti e quote di mercato) per poter ora rilanciare con un Gruppo solido e prospettive migliori; mah, vedremo, certo che sarà difficile ...!

Di sicuro per Alfa Romeo è l'ultima chiamata, ma anche una propsettiva nemmeno immaginabile sino a prima dell'acquisizione di Chrysler! E' bene ribadirlo: Alfa sarebbe sprofondata inesrabilmente insieme a FIAT, perchè il Gruppo italiano avrebbe potuto far poco, considerata la sua dimensione rispetto ai concorrenti, la sua situazione finanziaria e la sua presenza concentrata in Europa.
Ora la sola ALFA ROMEO ha 5 miliardi di euro di investimenti dedicati, trazione posteriore (o integrale), motori dedicati (e i top di gamma "engeniered by Ferrari"), 8 nuovi modelli, disposizione dei pesi 50% anteriore e 50% posteriore, target elevati ...
A me l'idea che potesse entrare nell'orbita di www.maiconlorovagen.de (me lo sono inventato) mi faceva venire i brividi!

Modificato da - stefanosir in data 12/05/2014 16:41:32
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Riccardone
Utente Master



Umbria

8576 Messaggi

Inserito il - 13/05/2014 : 12:08:51  Mostra Profilo Invia a Riccardone un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Secondo me anche una "piccola azienda" può reggere, purchè faccia prodotti di livello. L'esempio è il gruppo Bmw. Serve solo capacità, volontà e conoscenza del mercato.

Alfa Romeo Spider 1.6, rossa, 1992
Alfa Romeo 75 turbo quadrifoglio verde, rossa, 1990
Citroen 2 cv4, verde, 1976
Honda S 2000, rossa, 2001
Piaggio Vespa 125, faro basso, grigia, 1957
Piaggio Vespa Px 125 E Arcobaleno, rossa, 1984
Birel 2011-Vortex Rvxx 125, 2010
Tony kart Mitox 2002-Tm K3 125, 1990
Mass (city bike), azzurra metallizzata, 1997. Socio numero 305. Duettista dell'anno 2006.
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fedealfa
Utente Master



Sicilia

2973 Messaggi

Inserito il - 13/05/2014 : 14:02:56  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di fedealfa Invia a fedealfa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Riccardone

Secondo me anche una "piccola azienda" può reggere, purchè faccia prodotti di livello. L'esempio è il gruppo Bmw. Serve solo capacità, volontà e conoscenza del mercato.


Concordo 100%.
A volte noi confondiamo il modello con il target, nel senso che diamo lo stesso peso, per capirci, ad un errore di stile tra una Panda e una Croma. Ma la prima "sbaglia" su un bacino di untenza di (sparo numeri a caso) 1 milione di acquirenti l'anno, la seconda su 150.000, con diverse ricadute.
Il problema sta azzeccare la vettura rispetto al target: quando il gruppo Fiat partorì la prima Thema, azzeccò questo rapporto, così come quando uscì la prima Panda. BMW - e altri come lei - sanno bene cosa vuole la loro clientela e offrono un prodotto coerente, sapendo che, di serie 7, per dire, ne venderanno comunque 100.000, mai un milione.
il problema sta quando investo milardi di euro su una linea di produzione - e relative maestranze e stabilimenti - prevedendo di vendere 1milione di vetture e faccio un flop... la VW ha campato decenni - seppure con lo Stato dietro, ma né più né meno che la Fiat - con una vettura pregettata negli anni '30... ma coerente con le attese di chi la acquistava.

(vedi Stefanuzzo, che ho raccolto il tuo sottile invito alla serietà....)

Federico Sinopoli socio DCI n°855
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"Ce so' tre categorie de' romani:
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stefanosir
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Inserito il - 13/05/2014 : 16:45:24  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La BMW ha prodotto nel 2013 quasi 2 milioni di automobili, segnando il proprio record storico, quindi tanto piccola non è.
Inoltre, BMW fino a qualche anno fa, produceva vetture che presidiavano tutti i segmenti TOP del mercato (dalle super-sportive, alle ammiraglie, ai grandi SUV, etc.) fino al segmento D con la Serie 3, puntando all'interno di ogni segmento alla clientela più elevata. Questo vuol dire che si era data come obiettivo quello di produrre vetture che le assicurassero un elevato margine di guadagno.
Questa strategia, però, comincia a vacillare (non tanto per i risultati di bilancio, assolutamente brillanti, quanto per una loro tenuta nel futuro), tanto è vero che BMW ha cominciato da poco a scendere nei segmenti C (e pure sotto) e proprio recentemente ha moltiplicato i modelli disponibili nella propria gamma con lo scopo principale di cercare di aumentare il numero deille vetture vendute (Serie 1, Serie 2, Serie 4, nuovi SUV, probabile Serie 8, etc.) in modo da suddividere i costi fissi su un numero maggiore di veicoli ed ottenere economie di scala ancora maggiormente importanti.

Questa strategia le ha permesso di essere percepita come un marchio "premium", tanto che non è assolutamente secondario l'effetto che le grandi berline prestigiose (o le sue sportive) esercitano sull'acquirente-tipo dei modelli ben più modesti, tipo la Serie 1.
Ergo, anche costruttori cosiddetti "premium" che attualmente sono di medie dimensioni (ormai, oltre a BMW, è rimasta solo Daimler con poco più di 1,5 milioni di consegne nel 2013) stanno attuando delle strategie di crescita importanti (stanno "cambiando scala") perchè è probabile che abbiano percepito il rischio di vedersi erodere nel medio-lungo periodo quote di mercato e profitti dai grandi aggregati dei costruttori generalisti (tipo Wv, Toyota, etc.) che si stanno trasformando in dei giganti.
BMW, comunque, è quasi un caso unico: tutti gli altri costruttori "premium" indipendenti, che avevano "stazze" più piccole, sono già stati spazzati via o sono stati ceduti a gruppi generalisti.

Modificato da - stefanosir in data 15/05/2014 08:25:11
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stefanosir
Duettista junior



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Inserito il - 15/05/2014 : 08:35:20  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Proprio qualche giorno fa, Marchionne, a proposito degli obiettivi di vendita indicati nel piano quinquennale presentato, ha detto che i numeri sono dei veri e propri targets, dei bersagli che il Gruppo cercherà di realizzare e non delle previsioni: avrebbe anche aggiunto che quelli sono i traguardi ambiziosi che si sono dati, ma che se anche dovessero non raggiungerli al 100% (e fare previsioni a 5 anni con la situazione di estrema incertezza di questi anni è davvero molto difficile), il GRUPPO FCA nel 2018 sarà certamente molto più solido e forte.
Ha anche detto che, se invece che vendere le 400.000 Alfa che si augurano, ne venderanno 382.000, non sarà il caso di stare a cavillare in quanto il risultato sarà certamente positivo in quanto molto vicino al target.
Evidentemente, può essere che gli obiettivi siano un po' sovradimensionati, ma certamente il Gruppo avrà una "massa critica" molto importante e consistente ugualmente, anche se ci arriverà vicino; quei livelli di vendita/produzione saranno capaci di dare maggior sicurezza e solidità a FCA.
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stefanosir
Duettista junior



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11285 Messaggi

Inserito il - 15/05/2014 : 16:29:29  Mostra Profilo Invia a stefanosir un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mi piaceva inserire due "spezzoni" di articoli che ho trovato davvero piacevoli ed istruttivi:

“… Il «piano Alfa» – presentato dal numero uno del marchio Harald J. Wester – prende corpo nell’immediato futuro, rimpolpando una gamma che oggi è formata da MiTo, Giulietta, 4C e 4C Spider. Sulle slide mostrate dall’ingegner Wester appare la Giulia, piazzata verso la fine del 2015. Nel biennio seguente saranno sette i modelli Alfa. E se la casella occupata dalla MiTo rimarrà vuota (addio alla «sub campact»), nel resto dei segmenti – dalle «compact» alle «speciality» – il Biscione sarà presente. A sostenere un piano così ambizioso, a partire da oggi, c’è una squadra fuori del comune: Wester parla di due capi progetto Ferrari, che seguono giorno per giorno le operazioni, e di oltre 200 ingegneri (che entro la fine del 2015 cresceranno a 600) in arrivo sia dalle altre divisioni del gruppo Fiat-Chrysler sia da fuori. Che lavorano in bunker sotto terra senza finestre per custodire i segreti industriali.Chi ha temuto che un capitolo importantissimo della storia d’Italia rischiasse di finire è smentito: la storia continua. Un storia gloriosa, che abbiamo condensato in queste immagini ...”

di Daniele Sparisci da corriere.it


“… Wester viene dalla scuola Ferrari e in Fiat è sempre stato abituato a lavorare con una certa autonomia rispetto alla casa madre. Un tratto che è emerso anche martedì scorso, in occasione della presentazione del piano Alfa Romeo: ‘Abbiamo pensato che per ritrovare il dna del marchio del Biscione fosse necessario affidare il compito a un gruppo di duecento ingegneri che andassero oltre le scelte compiute da Fiat su Alfa Romeo negli anni precedenti’. Perché uno dei tratti dell’ingegnere tedesco è la franchezza. Nella presentazione di Detroit dice con chiarezza quel che molti alfisti sostengono da anni: ‘Dopo l’acquisizione da parte di Fiat nel 1987, su Alfa sono stati commessi diversi errori’. Non è difficile veder scorrere nella mente i modelli incriminati: su tutti l’Arna, un’auto brutta e squadrata nata dalla collaborazione con i giapponesi della Nissan, eredità della gestione Iri. Ma non è molto migliore il giudizio di Wester sull’ammiraglia 166, ‘un tentativo di alfizzare la Fiat Croma’. La critica arriva, sia pur meno dura, a coinvolgere anche i modelli più recenti, come la Brera, in ogni caso giudicati distanti dal dna Alfa. Quel dna che da anni Wester va cercando negli esperimenti e nelle prove preparati nei capannoni segreti dove si costruisce l’identità futura del marchio del Biscione. Come se la rinascita del brand milanese dovesse avvenire al termine di un processo separato, a lungo tenuto nascosto, alla conclusione di una sorta di rito celtico fatto di alambicchi, distillati e metalli incandescenti lavorati nell’oscurità. Gelosia del proprio lavoro, timore dello spionaggio industriale? Forse c’è anche tutto questo a spiegare il modo di procedere dell’ingegnere si Linz. Ma c’è soprattutto la voglia di vincere una sfida complicata per diverse ragioni. Una sera del 2010, in una cena a Pebble Beach, vicino a Monterrey, lo aveva confessato al suo commensale: ‘Il fatto di dover contrastare la concorrenza di costruttori tedeschi, per me è uno stimolo in più’. Perché è chiaro che se Wester vincerà la sua sfida, a farne le spese saranno Audi, Bmw e Mercedes. Proprio per questa ragione il Ceo di Alfa e Maserati non può fallire, per questa ragione non può fare tentativi. Deve sparare a colpo sicuro. Un primo importante risultato lo ha ottenuto con il marchio Maserati. Ha scommesso su una fabbrica che da sette anni era ferma, la ex Bertone di Grugliasco, vicino a Torino. E l’ha trasformata in una autentica macchina da soldi. Con il successo di Quattroporte e, soprattutto, della più economica Ghibli (un prezzo base di ‘soli’ 65 mila euro), Maserati sta fornendo un contributo decisivo per risanare i conti del versante europeo di Fca. Al punto che, forse anche prima delle vendite del nuovo Suv Levante che arriverà alla fine del 2015, il marchio del tridente potrebbe compensare da solo le perdite del Lingotto nel vecchio continente. La sfida di Alfa è più complicata di quella di Maserati. Lo sa Wester e lo sa Marchionne. Insieme hanno trascorso gli ultimi 24 mesi a preparare e scartare in successione diversi modelli prima di trovare la gamma convincente per il pubblico mondiale. L’ingegnere di Linz ha cominciato a fare la spola tra Torino, Detroit e Modena (il quartier generale di Maserati) per definire scelte progettuali e precisare dettagli. Solo quando i nuovi modelli Alfa usciranno dai capannoni segreti ed entreranno nelle show room dei concessionari, si capirà quante possibilità ha di essere vinta la scommessa del Biscione. Per il momento Wester deve far fronte allo scetticismo degli analisti, gli stessi che anni fa non credevano alle possibilità di rinascita del Tridente. Oggi che lo stabilimento Maserati di Grugliasco deve ricorrere al turni di notte per far fronte alle commesse da tutto il mondo, Wester deve fronteggiare le ironie sull’Alfa: ‘Avete delle previsioni molto ottimistiche, ingegner Wester’, ha premesso martedì a Detroit un analista americano. Proseguendo così: ‘Per convincere i clienti ad acquistarli, pensate di mettere sui nuovi modelli Alfa Romeo la signora Robinson?’. La signora Robinson, Anne Bancroft, non c’è più e Dustin Hoffmann non ha più l’età per girare capelli al vento sullo spider Duetto disegnato da Pinifarina. Ma la domanda dell’analista non rivela solo scetticismo: tradisce anche l’aspettativa degli americani per il ritorno di quello che considerano un marchio mitico. Tocca a Wester, l’ingegnere tedesco con l’accento modenese, non deludere l’attesa. Harald Wester, Ceo dell’Alfa Romeo e della Maserati.

di Paolo Griseri da "Affari e finanza"

I due aticoli mi sono piaciuti perchè sono positivi, pur evidenziando le difficoltà che verranno certamente incontrate ed evidenziano la sfida (assolutamente impossibile, fino a qualche anno fa; assolutamente quasi incredibile oggi) che aspetta questi uomini: ma il mix potrebbe rischiare di essere davvero vincente, l'approccio è quello guisto, le motivazioni sono fortissime, le ambizioni anche, etc, e gli Italiani (corroborati da un bel mix di Canadesi, Tedeschi, Americani, etc.) quando si impegnano in questo genere di imprese che paiono impossibili diventano molto ma molto temibili.
Ormai siamo abituati, gli "altri" all'inizio ridono, ma poco dopo cominciano a preoccuparsi .... e secondo me, fanno bene!
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